The Biggest Street Rock Band Orchestra (in Torino)

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Roll’chestra – the movie

Ecco la prova filmata di quanto è successo lo scorso lunedì 15 Luglio sopra sotto, davanti e dietro al palco del Cortile della Farmacia, nella sera estiva che ha visto l’esordio della Roll’chestra. Interviste e immagini “rubati” alla vita da backstage, le ultime prove prima del grande spettacolo e finalmente il debutto in scena…

(video a cura di Tomà Benfatti)

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Family Portrait

Ecco l’album fotografico della serata di lunedì al Cortile della Farmacia. Vi riconoscete?

 

The first waltz

La sabbia del deserto del Sahara, mantra estatici indiani, tamburi dall’Africa nera, le jam lisergiche del pop psichedelico, i riffoni rocciosi dell’hard rock…certo che ne è passata di roba ieri, per il palco del Cortile della Farmacia, utta quanta in poco più di un’ora e mezza, mentre la Roll’chestra incontrava finalmente il pubblico.

Anticipata dalle esibizioni di Terence Hill Blues Explosion e dei Monaci del Surf e intervallata dai giochi di prestigio di Shezan, il genio impossibile la nostra orchestra urbana (tutt’altro che) improvvisata ha affrontato la prova del palcoscenico. Prova superata a pieni voti, come testimonierà chi c’era e le testimonianze audiovisive in via di pubblicazione. Intanto ringraziamo tutti quelli che, a qualunque titolo, hanno preso parte a questa avventura e vi rimandiamo ai primi scatti di un ricco album di ricordi. La vita della Roll’chestra, già lo sapete, non si ferma certo qua. Ancora una volta we’ll keep on rockin’, we’ll keep rollin’!

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Video

Hey teacher, leave those kids alone

Ci siamo. Come era nei patti, nel giro di nemmeno due mesi la Roll’chestra è nata, cresciuta, ha imparato a parlare e ora  ha anche qualche cosa da dire. Vi abbiamo documentato le ispirazioni di partenza, i provini e le selezioni, i primi incontri tra i ragazzi, le prove insieme; mano a mano che uscivano dai nostri laboratori vi abbiamo riportato le discussioni, le voci di maestri ed allievi tutte le musiche e tutti i suoni. Ora tocca a voi venire a toccare con mano che cosa ne è uscito fuori.

Oggi, lunedì 15 luglio, al Cortile della Farmacia di Torino in via Giolitti 36, dalle 18.30 in avanti vi aspettiamo per il debutto della Roll’chestra. Precederanno l’evento le esibizioni di MONACI DEL SURF, TERENCE HILL BLUES IMPLOSIONSHEZAN IL GENIO IMPOSSIBILE. Verrete, vedrete e ci direte la vostra: per ingannare l’attesa eccovi un piccolo assaggio. Il resto dovrete venire ad ascoltarlo con le vostre orecchie.

 

The Master’s voice #2

Mentre accelerano le prove per la grande serata di lunedì (ribadiamo, ore 18.30 al Cortile della Farmacia siete TUTTI invitati) continuiamo a sentire la voce degli insegnanti sul percorso compiuto fino a qui. E’ la volta di Chiara Maritano, insieme a Robbho insegnante all’House of Rock e coordinatrice dei Roll’chestrali fin dai primi passi.

chiaraLezioni di orientamento: “Il nostro lavoro è partito da una prima fase dove abbiamo affrontato i nostri punti di riferimento: dalle orchestre del deserto come i Tinariwen, alla musica di Nusrah Fateh Ali Khanpassando per altre cose molto differenti: la Asian Dub Fondation, gli Air e il loro uso degli strumenti acustici a restituire un ‘effetto elettronica’, ma anche complessi rock estremi quali gli Swans. Proposte molto lontane fra di loro ma che rendono bene l’idea di che cosa può essere un collettivo sonoro, la varietà di registri espressivi che può toccare un insieme di suoni: dagli ascolti doveva già venire fuori il concetto di interplaying. Per darti un’idea a un certo punto abbiamo anche cercato di affittare della ‘tubular bells’ ma il costo era proibitivo. In compenso credo che con i ragazzi del groove useremo degli Ipad per i suoni sintetici. Al contrario di quello che ci si poteva aspettare da dei ragazzi così giovani, comunque, non li ho mai visti disorientati da così tanti ascolti e così particolari, anzi erano molto ricettivi. E propositivi anche”. 

A metà strada:La seconda fase è quella che si svolge in sala prove. Dividere i musicisti fra sezioni harmony e groove è stato fondamentale, e stiamo stati sempre attenti a non far venire fuori un effetto da ‘compartimenti stagni’ ma che le due sezioni si mischiassero un po’.  Ci si ritrova tutti insieme con delle idee, e alcune ce le abbiamo messe noi. Qui effettivamente c’è stata un po’ di dispersività, e il ruolo di Robbho è fondamentale per riportare tutti sulla stessa carreggiata, anche perchè dopo si tratta di dare ai brani una struttura non convenzionale. Qui il rischio stava nel contributo dei musicisti ‘di formazione’, abituati a scrivere e ad eseguire soltanto da spartito: anche il loro però è stato un ruolo attivo nello scambio di idee generale. Non c’era niente di predeterminato, insomma, ci siamo venuti incontro tutti quanti, l’uno con l’altro”

 

The Master’s voice #1

E mentre i ragazzi si danno da fare in attesa del grande evento (a proposito, è il prossimo lunedì 15 luglio al Cortile della Farmacia, vi hanno già invitati?) passiamo per un attimo una parola a chi li ha guidati fino a qui, tanto per capire a che punto siamo. Inizia Robbho, cordinatore generale e insegnante presso House of Rock, che i Rollchestrali li ha visti “nascere” fin dalla prima audizione.

Spazio 211-36

foto di Federico Tisa

Free Form:Avevo già qualche idea da cui partire per guidare i ragazzi nel loro percorso, ma erano paracaduti più che vere e proprie strade da percorrere. Essendomi approcciato alla materia dell’insegnamento da anni ormai ho sempre pensato di fare antididattica: non insegnando musica classica e nemmeno jazz, il mio compito è quello di mettere le personalità con cui mi confronto a proprio agio e poi ritrovarmi ad annaffiarle ogni tanto, per farle crescere. Sono itinerari alternativi che nella nostra scuola stiamo sperimentando da 4 o 5 anni a questa parte, cominciando dal far riscoprire l’ascolto come punto di partenza. Va guidato perchè non è più naturale come un tempo, ma continua ad essere necessario per imparare a maneggiare un linguaggio, quello musicale“.

Il quando e il come: “Il tempo e lo spazio in questi casi sono per forza di cose limitati. Concentriamo tutto in pochi giorni per la necessità di tenere tante persone insieme e far coesistere le energie. Lavorare per sezioni e dividere, per esempio, tra groove e armonie è una modalità obbligata per costruire dei suoni definiti e gestirli singolarmente per poi andare a montare il tutto insieme, in una volta sola“.

Scripta manent:Un progetto-laboratorio come questo chiede una grande parte di improvvisazione, per far sì che ognuno venga fuori con le proprie idee. Quindi parto casomai da un’approssimazione di quel che faremo e del “metodo” che seguiremo insieme: le capacità richieste  a chi partecipa sono diverse da quelle tecnico musicali, si trovano nell’autodeterminazione delle persone, nella disponibilità ad ascoltare quello che propongono gli altri e mettersi in gioco. Di scritto non c’è nulla, “scrivere” in questa situazione vorrà dire assegnare i giusti spazi alle cose che abbiamo costruito e suonato insieme in vista del risultato finale

Video

The Faces # 3

Terzo e ultimo giro di wannabe Roll’chestrali immortalati ai provini, già sembra una vita fa. Ma da ora in avanti preparatevi a qualcosa di completamente diverso…

Word up – l’arte di scrivere

ragagninScrivere il testo di una canzone può somigliare a un cruciverba. Basta trovare le parole che si incastrano in metrica e il gioco è fatto. Peccato che pperò arrivi la musica, che il gioco te lo cambia, le strofe le allunga e le accorcia a piacimento, le orizzontali te le fa diventare verticali e viceversa, e allora i quadretti neri toccherà a te metterli dove ti viene meglio. L’unico trucco, a quel punto, è andare a correggere le definizioni. Ecco com’è che, passando per le penne e per le voci dei ragazzi riuniti nelle sale di House of Rock a buttare giù il testo del primo pezzo sotto la supervisione di Luca Ragagnin, le “signora” diventa improvvisamente una “bambina”, le “onde” si trasformano in “ombre” e ad ogni passo lo scenario che sembrava essersi schiarito torna ad essere misterioso, da esplorare. E’ la musica che ispira le parole o sono le parole a dare il ritmo e la melodia a una canzone? E quanto contano le voci, le esperienze, gli ascolti di ciascuno per dare una forma definitiva al tutto?

Come con le parole crociate, essere in tanti può rappresentare un vantaggio ma anche una complicazione o una perdita di tempo. Di certo la possibilità – un po’ romantica e chissà quanto veritiera – del cantautore che scrive solo soletto in camera propria qui non è data. La scrittura di gruppo non può essere espressione diretta della sensibilità di qualcuno, deve filtrare diversi passaggi: occorre buttare le proprie idee personali sul tavolo, lasciarle toccare dagli altri, vederle rifiutate modificate o, peggio, migliorate addirittura. Non è un processo facile per il creativo ma è un passaggio necessario per un gruppo che lavora insieme.

Le teorie sullo scrivere – dice Ragagnin,  che in prima persona ha levato le parole di bocca ai Roll’chestrali – in questi casi hanno valore soltanto in relazione alla musica. Per questo ho cercato di spingere i ragazzi a commutare delle immagini dall’ascolto, partendo dagli spezzoni musicali che avevano già realizzato insieme in sala prove. Visto che la metà di loro già faceva testi per conto proprio o insieme ai rispettivi gruppi è stato più facile, anche se in un approccio di gruppo come questo l’esperienza non è sempre necessaria: molti hanno fornito le proprie idee spontaneamente, anche senza partire da un punto stabilito o da una prassi già sperimentata. E’ un lavoro di team, la vena poetica personale conta più relativamente. Su certi punti poi ci siamo ritrovati tutti d’accordo, come ad esempio l’uso dell’italiano. Sapevo che avrei lavorato in lingua ma non ho nemmeno avuto bisogno di concondarlo prima con loro: anche quelli che sono abituati a scrivere in inglese aveva tra i suoi ascolti qualche cantautore non giovanissimo, il che, lo ammetto, un po’ mi ha rincuorato.”

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The Faces #2

Secondo giro di “facce da Roll’chestra”. Provate a riconoscere tra i  provinandi i futuri membri della nostra street band…

….stiamo provando per voi

rock_in_progress

Sotto una pubblica coltre di silenzio si consuma da  due settimane a questa parte il duro lavoro di una “orchestra in corso”.  Tra le pareti insonorizzate dei locali di House of Rock si danno il cambio i chitarristi con i batteristi, le percussioni con i fiati, i cantanti con i rumoristi. E’ un gran viavai sonoro, una catena di montaggio che procede una tappa via l’altra, senza sosta.

Sì d’accordo, direte, ma quand’è che ne avremo un po’ anche noi?. Con calma. Mentre attendiamo la Gran Soirèe finale, nuove “facce da Roll’chestra” (non ce ne siamo mica scordati eh) stanno arrivando su queste frequenze, assieme a nuovi suoni e nuove voci, la campana di chi impara ma anche quella di chi insegna. Il grande cantiere della ROLL’CHESTRA è in piena attività, non appena romperà il silenzio ne sentirete parlare eccome. Nel frattempo drizzate le orecchie…